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Associazione Ticinese Terza Età24 feb 20253 min read

L'ageismo nella nostra società

A chiusura degli eventi per il ventesimo di fondazione, il Consiglio degli anziani del Canton Ticino ha organizzato lo scorso 27 settembre a Muralto una conferenza sull’ageismo. Si tratta della discriminazione nei confronti di una persona o più persone in base all'età, sia giovane che avanzata, una problematica che può manifestarsi nei più svariati settori della nostra società come quello del lavoro, della sanità e dei media. Del tema abbiamo discusso con Maria Luisa Delcò, presidente del Consiglio degli anziani del Canton Ticino.

Signora Delcò, perché il Consiglio anziani ha pensato a questo tema?

«L'idea è nata durante una giornata di studio a Berna di un anno fa, quando una sociologa romanda ha usato questo termine “ageisme”. Il tema non è stato sviscerato, ma quasi in contemporanea il Centro competenze anziani /CCA della SUPSI ha organizzato una mattinata sull`argomento, dove in particolare una relatrice italiana, insegnante in Finlandia e Christian Maggiori, ticinese ma professore alla HES-SO di Friborgo sono entrati in materia. L'argomento mi è sembrato ben sviscerato, interessante e forse elemento di una realtà ancora troppo sottaciuta.»

Che significato possiamo dare al termine “ageismo”?

«Conosciamo l'evoluzione demografica legata all'anzianità che può considerarsi una fase della vita in piena evoluzione. C'è un impatto sulla società, sulle istituzioni, sull'individuo stesso e così nasce una visione nei confronti della vecchiaia. L'attitudine è quella si affermare che gli anziani “non contribuiscono alla società, sono un carico per la famiglia, sono un peso per le casse malati” ecc. Parecchi sono gli esempi a diversi livelli che portano alla nozione di “ageismo”: gli stereotipi, i pregiudizi e le discriminazioni, positivi e negativi, verso la persona anziana sulla base della sua età cronologica o sulla percezione di essa come “anziana” o “vecchia”.»

La conferenza è stata esaustiva ed ha fatto luce sul fenomeno?

«Il pubblico presente alla serata non era numeroso, ma attento nel porre interrogativi dopo la chiara esposizione di Christian Maggiori, non solo fatta di statistiche ma di esempi concreti.»

Quali gli aspetti evidenziati?

«Diverse sono le manifestazioni dell`”ageismo” che si può presentare sotto varie forme. Cosciente – incosciente; esplicito – implicito; diretto verso altri – diretto verso se stessi o con attitudini pseudo-positive che si basano e riflettono una visione negativa limitata e stereotipata della vecchiaia. In Europa ad esempio, tra gli over 65, abbiamo realtà frequenti di ageismo (34%), sessismo (19%), razzismo (14%) (fonte CM); tralasciamo in questa sede il rapporto tra ageismo e decisioni di fine vita.»

È un fenomeno che può interessare tutte le fasce d'età non solo quella degli anziani...

«Esatto. Si ritiene che il fenomeno possa coinvolgere le diverse fasi della vita: l'adolescente con alcuni suoi comportamenti, le persone in età matura oltre i 50/55 anni di età che non possono più accedere ad un posto di lavoro; l`over 75 alla guida di un veicolo – come il neo-maggiorenne – che, spesso leggiamo sui media, provoca più incidenti stradali; l`anziano che non può più accedere a cariche pubbliche... E pensare che nell`antica Gracia i saggi erano proprio i vecchi!»

Quali le conseguenze di questi pregiudizi o “scelte” nella società attuale?

«Le prime “ricadute” sono sulla persona stessa, sulla salute e sul benessere in generale, sulle attitudini di dipendenza, sulla propria autostima, sulla salute percepita, sulla speranza di vita. La percezione individuale si riflette sull`ambiente di vita quotidiana, sul gruppo sociale nella sua diversità, sulla visione del mondo, sui media volti all`efficientismo ed al recupero della “bellezza” giovane, sul non-valore della persone come risorsa, sull`esclusione da ruoli e spesso anche su atteggiamenti nei rapporti con professionisti, in ambiente ospedaliero e non di frequente in Istituti per anziani. Uno degli aspetti preponderanti nella visione è quello di ridurre gli anziani ad una unica categoria che va dagli over 65 ai 100 anni: parliamo di un intervallo di ben 30 anni e quindi quasi di 3 generazioni all`interno di un'unica generazione!» 

Come lottare contro l`ageismo?

«Christian Maggiori parte dai grandi progetti fino a giungere a semplici gesti quotidiani. I grandi progetti dovrebbero comprendere:

  • Sensibilizzazione e informazione (grande pubblico e professionisti)
  • Formazione
  • Partecipazione civica
  • Legislazione
  • Ricerca scientifica

Per i gesti quotidiani si sottolinea l'importanza per tutti i componenti della rete sociale di capire quando siamo “ageisti” con linguaggio o affermazioni (“per la sua età è ancora in forma” ; “vista l`età si faccia accompagnare da un parente durante il colloquio”; “è incredibile per la sua età che non abbia malanni da curare” ecc.).

Importante di conseguenza un approccio non-ageista, ma un approccio individualizzato capace di considerare la persona nella sua interezza e non ridurre l`uomo/la donna ad una sola caratteristica!»


REDAZIONE terzaetà, L'ageismo nella nostra società, in «terzaetà», N.1 (2025), pp. 10–11

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Associazione Ticinese Terza Età

Associazione apartitica e aconfessionale che promuove iniziative volte a facilitare l’integrazione sociale e intergenerazionale delle persone anziane.

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